martedì 28 giugno 2016

#4- Host Family

È fine maggio, la scuola è ormai agli sgoccioli e la voglia di studiare neanche a dirlo morta,mentre l'ansia di ricevere una famiglia ospitante cresce sempre più. Ormai da diversi giorni sento gli altri exchange students ricevere le host family e inizio a sognare come potrebbe essere la mia, dove potrebbe vivere e quali potrebbero essere le sue abitudini...quello che non so è che la mia host fam mi sta già aspettando dall'altra parte dell'oceano, si tratta solo di finalizzare le ultime pratiche.
E così il 25 maggio, verso le 3 del pomeriggio, mi trovo su whatsapp una chiamata persa e tre messaggi da un numero sconosciuto, un numero diverso da quelli italiani e, inutile a dirsi, il mio pensiero vola subito all'America. 
A scrivermi è la mia futura host sister, una donna carinissima che abita con la sua famiglia esattamente accanto alla casa in cui vivrò io e che, nello stesso periodo, ospiterà una ragazza finlandese con cui sono stata messa in contatto fin da subito. I miei host parents sono due signori sulla sessantina, Bonnie e Dan. Dalle foto sembrano davvero molto affettuosi e simpatici e ogni messaggio in più non fa che confermarmelo, non vedo l'ora di fare la prima videochiamata con loro!
Dimenticato qualcosa?...ah sì andrò in Michigan, la regione dei grandi laghi, e più precisamente a Marcellus, un paesino di circa 1200 abitanti, nel sud dello Stato. La cittadina sembra piuttosto piccola, ma molto molto accogliente e abituata ad accogliere exchange students da tutto il mondo. Quella che sarà la mia scuola, la Marcellus High School, è anch'essa abbastanza piccola, ma presenta molte attività e materie interessanti che non vedo l'ora di provare!
Ebbene sì insomma, da quel pomeriggio posso dire anch'io "I've got a host familyy"!
La felicità scaturita da questa notizia non mi ha fatto stare più nella pelle per almeno una settimana, e lo so, può sembrare sciocco, ma essere scelti tra un'immenso numero di ragazzi per ciò che si è provoca una sensazione, o meglio un'emozione, davvero unica perchè, per qualche strano motivo in un Paese così lontano dal tuo, hanno scelto proprio te. Da un lato, ora che conosco i nomi ed i volti della mia futura famiglia in America, non esita a farsi spazio tra i miei pensieri il timore di non essere all'altezza della situazione, delle loro e delle mie aspettative, ma d'altra parte non manca neanche l'irrefrenabile desiderio di conoscere cos'ha in serbo per me quest'esperienza. 
Credo di non poter aspettare ancora a lungo.


Marcellus è indicato con la stellina rossa

Qui invece con il punto rosso


 -Sarah


sabato 4 giugno 2016

#3- Itaca

Ciao a tutti, sono tornata! E' passato parecchio tempo,lo so, e mi scuso, ma la scuola si è letteralmente impossessata di me ultimamente.
Vi ricordate il titolo della poesia con cui ho concluso l'ultimo post? Se non lo ricordate beh male male, no scherzo,ve lo dico io: ITACA.
Ma Itaca per me non è solo il titolo della poesia di Kavafis o il nome della tanto attesa patria di Odisseo...Itaca è ciò che renderà possibile la mia esperienza negli States, l'inizio di tutto.
Proprio così infatti si chiama il bando di concorso di INPS che mi ha permesso di vincere una borsa di studio per trascorre un periodo dell'anno all'estero (se volete maggiori informazioni riguardo al programma ITACA chiedete pure nei commenti).
Intorno a novembre (o forse era dicembre?), appena scoperta l'esistenza di questo bando, ho fatto domanda per provare a vincere una delle 860 borse di studio (senza però credere davvero di potercela fare). A gennaio uscì la prima graduatoria e scoprii di essere rientrata in uno di questi 860 posti. Potete immaginare le mie sensazioni di quel giorno, non stavo più nella pelle ed ero al settimo cielo: per la prima volta inizavo a pensare davvero che un'esperienza del genere avrei potuto viverla anch'io. Quella graduatoria però non era una vera e propria classifica definitiva. Per questa dovevo aspettare ancora del tempo, dopo aver scelto la durata e la meta del programma che preferivo. Avevo una speranza in più sì, ma non ancora una certezza. In fondo non ci credevo davvero e quando, al momento dell'ultima graduatoria, vidi la scritta "vincitore" accanto al mio nome, fu quasi impossibile per me pensare di avercela fatta realmente. La verità? Forse ancora ora non ho ben realizzato ciò che mi sta per succedere, la grande esperienza che avrò l'opportunità di vivere: il fatto che trascorrero sei mesi negli Stati Uniti d'America. Mi sembra strano che tutto ciò stia per accadere a me anche ora che so dove andrò e quale famiglia mi accoglierà nella sua casa; ma questa dell'host family è un'altra storia e ve la racconterò nel prossimo post.
A presto, 

 -Sarah